SANGIUSEPPEA‘MEMORIA
al Museo Demo-etno-antropologico del Brigantaggio di Itri
Dopo le ricerche svolte dai ricercatori Centro Ricerche EtnoAntropologiche (CREA) sull’immaginario del brigantaggio a Itri nell’estate del 2005, premessa alla partecipazione del CREA nella creazione del Museo del Brigantaggio di Cellere; dopo gli eventi istallativi (RadioDellaMemoria, pdf 24Kb ) e SHOA radiodellamemoria.wordpress.com, presentati, tra l’altro, durante il corso di Antropologia Cognitiva dell’Università di Siena) scaturiti dal sodalizio tra Giovanni Burali d’Arezzo del CREA e l’antropologo Andrea Petrillo; una nuova tappa della collaborazione tra la nostra associazione e il Museo Demo-etno-antropologico del Brigantaggio di Itri è stato Pagina Facebook SANGIUSEPPEA’MEMORIA, un grande evento sulla tradizione dei fuochi di San Giuseppe svoltosi dal 18 marzo al primo aprile 2015 presso gli spazi del Museo.
Le origini dei fuochi che si accendono nei rioni del paese di Itri la sera del 19 marzo, San Giuseppe, si perdono nella notte dei tempi. Un mistero che fa il paio con la potente forza evocativa ed emotiva che ancora oggi la festa esercita sull’intera comunità itrana. Le ipotesi sono svariate. Pare che la tradizione dei fuochi sia legata alle celebrazioni pagane del solstizio; o ai ritmi della comunità agro-pastorale che alla fine dell’inverno svuotava le stalle; o alla disponibilità delle frasche derivanti dalla potatura degli alberi, in particolare olivi, che avviene ancora nei giorni della festa; o al santo protettore dei falegnami che un tempo, con la fine dei mesi più freddi, facevano pulizia nelle loro botteghe.
Negli ultimi anni la tradizione è mutata (a fornire il combustibile è ora l’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Guardia Forestale), tuttavia, ancora oggi che la festa si è istituzionalizzata ed è diventata un capitolo importante nel calendario annuale delle iniziative culturali del Comune di Itri, il fuoco di San Giuseppe conserva, per i membri della comunità itrana, le caratteristiche proprie di una celebrazione collettiva, intesa come momento di sospensione del tempo sociale, occasione eccezionale, carnevalesca: San Giuseppe, a Itri, resta, insomma, una grande festa dalla densa sostanza culturale.
Quest’anno il Museo Demo-etno-antropologico del Brigantaggio di Itri e l’Amministrazione Comunale hanno deciso di dare spazio a questa sostanza culturale attraverso un evento, SANGIUSEPPEA’MEMORIA, ispirato e coordinato dal giovane antropologo Andrea Petrillo. L’evento è stato il frutto di un lungo lavoro di ricerca condotto da un ampio gruppo di studio, che ha visto in prima linea gli operatori del museo, i docenti e gli studenti dell’Istituto Comprensivo di Itri, gli artisti e gli scrittori del territorio e vari collaboratori volontari, e che ha coinvolto, infine, l’intera comunità in uno slancio corale di recupero della memoria e di elaborazione delle esperienze dei fuochi del 19 marzo.
SANGIUSEPPEA’MEMORIA è stato un grande evento installativo multimediale il cui obbiettivo era quello di rendere il back-stage dei fuochi, la parte invisibile della festa. Un’invisibilità (oltre che pratica: chi, quando, dove, come si preparano materialmente i falò del 19 marzo) soprattutto emotiva, simbolica. Che riguarda, cioè, le rappresentazioni individuali e collettive della festa. L’installazione, diffusa su tutta l’area museale, interni ed esterno, ha impiegato, manipolato, assemblato, riattivato il vasto ed eterogeneo materiale (interviste audio-video, foto, disegni, racconti scritti, oggetti, rumori, quadri, sculture, ecc) raccolto durante la fase di ricerca. Il percorso espositivo non spiegava, non descriveva un fenomeno della tradizione popolare; lo rivelava. Si prefigurava, perciò, non solo come l’esito conclusivo di una ricerca etnografica (che sarebbe più corretto definire autoetnografica), ma come il suo prolungamento. Nello spazio museale, la festa è stata colta nel suo essere al contempo memoria ed esperienza.
Tra i contributi alla realizzazione di SANGIUSEPPEA’MEMORIA c’è Il sacrificio dei giovani lecci. Per un’autoetnografia dei fuochi di San Giuseppe (ed. tre bit), un piccolo libro di Giovanni Burali d’Arezzo del CREA (responsabile durante l’evento dell’elaborazione testi) che nella duplice veste di testimone e di ricercatore dà vita a una narrazione in cui la rievocazione della festa è inestricabilmente legata al racconto dell’infanzia dell’autore.
Giovanni Burali d’Arezzo
Altri articoli sul tema:
- San Giuseppe A’Memoria 26/05/2015Le origini dei fuochi che si accendono nei rioni del paese di Itri la sera del 19 marzo, San Giuseppe, si perdono nella notte dei tempi. Un mistero che fa il paio con la potente forza evocativa ed emotiva che ancora oggi la festa esercita sull’intera comunità itrana. Le ipotesi sono svariate. Pare che la ...
- Museo del Brigantaggio di Cellere 05/07/2010Direzione scientifica Prof. Vincenzo Padiglione, Dott.sa Fulvia Caruso, Università degli studi di Roma Coordinamento ed amministrazione: Centro Ricerche Etno-Antropologiche (CREA – coordinatori M. Gigli) Durata 1 marzo 2005 – 30 settembre 2008 Localizzazione Cellere (VT) Link a Google map Finanziamenti e contributi Comune di Cellere, Regione Lazio Obiettivo generale del progetto La ricerca si è svolta in convenzione con il Comune ...
- Fra’ Diavolo: tra immaginario e storia 10/05/2005La ricerca Frà Diavolo tra immaginario e storia, condotta nel corso del 2004, intendeva ricostruire l’immaginario collettivo itrano relativo alla figura di Michele Pezza, soprannominato Frà Diavolo, uno dei protagonisti del controverso fenomeno del brigantaggio nel contesto delle campagne napoleoniche nel meridione italiano. Rispettando la struttura del Museo del Brigantaggio, per conto del quale si ...