Il Centro Ricerche Etno-Antropologiche (C.R.E.A.) si occupa di antropologia applicata ed è formato da ricercatori con esperienze pluriennali in molteplici settori ed aree geografico-culturali. Vanta una rete di collaborazioni specializzate con associazioni, ong-onlus, università, enti di ricerca distribuiti sul territorio italiano e internazionale.
Attivo dal 2002, il C.R.E.A. intende rispondere alla crescente domanda di strumenti analitici per lo studio delle dinamiche sociali e delle complessità culturali da parte di enti pubblici e privati, amministrazioni locali, organizzazioni non governative e del terzo settore.
Il C.R.E.A. si distingue per un approccio teorico e metodologico proprio delle discipline etno-antropologiche, quali la ricerca prolungata di terreno, l’analisi qualitativa e quantitativa, integrate dall’applicazione di nuove tecnologie per la raccolta, l’analisi, la condivisione e l’archiviazione dei dati.
Il C.R.E.A. progetta e realizza interventi di ricerca-azione, di archiviazione, catalogazione, valorizzazione e tutela dei patrimoni storici e culturali di interesse antropologico, consulenze professionali, percorsi di formazione e laboratori didattici, attività di divulgazione scientifica (convegni, report, pubblicazioni), organizzazione di eventi culturali.
Opera nei seguenti settori:
Dinamiche legate alle migrazioni interne e internazionali.
Processi di cooperazione internazionale, cosviluppo, solidarietà e iniziative per la risoluzione dei conflitti.
Gestione sostenibile del territorio, antropologia del paesaggio.
Cambiamenti ambientali globali.
Tecnologie appropriate, saperi locali e tradizionali.
Punti di vista ed esperienze degli utenti.
Storia sociale, tradizioni popolari, cultura materiale e immateriale.
Antropologia museale e dell’arte.
Educazione alle differenze, intercultura.
Processi economici e culture del lavoro.
Dinamiche di inclusione ed esclusione sociale.
Studi sulle forme di famiglia e sui rapporti di genere.
I Paesi in cui i ricercatori del C.R.E.A. hanno finora operato sono:
In Europa: Italia, Francia.
Nelle Americhe: Messico, Cile, Paraguay, Bolivia, Brasile, Panama, Cuba, Stati Uniti.
Nel continente africano: Eritrea, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Ghana, Senegal, Somalia
8 commenti
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Salve,
Sono un Antropologo Culturale.
A causa del covid19 non sono potuto partire per il dottorato di ricerca (Trinidad e Tobago), pertanto sto cercando di capire se qui in Italia ( il dottorato era con l’università di Edimburgo) ci siano possibilità per proseguire con il mio tema di ricerca, ovvero L’ Obeah.
Ovviamente, sono aperto ad altre forme di ricerca, purché abbiano come denominatore in comune, un approccio anti-deterministico e che utilizzi un approccio anti etnocentrico.
I campi di ricerca su cui vorrei lavorare, sono per l’appunto quelle forme, religiose e non, che hanno permesso il mantenimento dell’integrità come subalterno in contesti di colonizzazione o di sincretismi volti a riequilibrio delle dinamiche sociali.
Gentile Centro Ricerca,
Mi chiamo Sara Zenucchi e dopo il conseguimento della Laurea Triennale in Scienze dell’educazione (curriculum sociale e comunità) ho maturato un’interesse per l’area delle transmigrazioni in un’ottica educativa, sperimentata e osservata attraverso un’esperienza di tirocinio prolungata come volontaria presso Caritas Diocesana Bergamasca.
Attualmente sto frequentando il corso di studi di Antropologia Culturale e Etnologia presso l’università di Bologna.
Sarei interessata a poter parlare con voi, per uno scambio e per capire se esiste la possibilità di costruire il mio futuro progetto di tirocinio.
Mi piacerebbe appoggiarmi a un’antropologo / etnologo che faccia ricerca e eventualmente collaborare, osservare, crescere e imparare sulla base delle mie esperienze.
Non so se potrete essermi d’aiuto.
Attendo vostre
Sara Zenucchi
Gentile Sara,
Come prima cosa consiglio sempre di utilizzare il Modulo di contatto, i commenti agli articoli sono pubblici e vengono indicizzati dai motori di ricerca. Se volesse rimuovere il commento ci faccia sapere.
LA ringraziamo di averci scritto,
Si il CREA accetta tirocini, sempre che vi sia un progetto di ricerca attivo o uno degli associati disposti a seguire la tirocinante.
sottolineiamo che il Centro Ricerche EtnoAntropologiche è una organizzazione diffusa, per cui molte delle nostre interazioni avvengono online, a parte il lavoro di campo.
Le rispondo via Mail.
Salve, sono molto interessata al vostro lavoro. insegnante di tecnologia, opero nei CPIA (centri per l’educazione degli adulti), per il raggiungimento della ex licenza media. I miei studenti sono per lo più stranieri che per innumerevoli motivi cercano il conseguimento del diploma di primo livello. il programma che propongo è assolutamente ridotto e semplificato, sia nei tempi di svolgimento (1 ora settimanale) sia per i diversi bisogni educativi dei soggetti.
SAlve, l’educazione degli adulti è uno spazio molto interessante. Le rispondiamo via mail.
Abbiamo cercato di risponderle, ma la sua mail risulta inesistente.
Gentile Lidia,
non è facile rispondere in modo concreto al tuo quesito: come associazione e centro di ricerca siamo da anni impegnati nel cercare di dare uno sbocco applicativo (e lavorativo) a noi stessi e alle persone che entrano nel CREA. Attualmente le strade del ricercatore sociale con competenze antropologiche, mi sento di poter riassumerle, seguono tre percorsi: proseguire nella formazione accademica attraverso un dottorato di ricerca ai fini di intraprendere una carriera universitaria; cercare collocazione nel settore pubblico; costruirsi una strada come antropologo free-lance o associato in enti e associazioni che offrono servizi oppure che partecipano a bandi di finanziamento. Il CREA segue quest’ultimo percorso e, se ti interessa, quando sarà il momento, possiamo incontrarci per approfondirlo. Inoltre, in tempi recenti personalmente e in nome del CREA sto seguendo il percorso di costituzione di una associazione nazionale degli antropologi professionisti che dovrebbe diventare un punto di riferimento politico e categoriale per quelle persone che intendono spendere le competenze acquisite nell’ambito lavorativo professionale.
Se sei interessata ti invito a mantenerti informata consultando periodicamente il nostro sito dove inseriremo notizie su quest’ultimo percorso qualora diventi concreto.
un saluto e un “in bocca al lupo”.
Buonasera,
sono una laureanda in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Firenze. Mi sono sempre interessata alle dinamiche sociali, al mondo del sociale in tutti i suoi aspetti (infatti mi sono diplomata presso il Liceo delle Scienze Sociali).
Dopo aver scritto la tesi triennale in Dialettologia Italiana (con titolo: Dialetto ed italiano ad Ariano Irpino), sto attualmente scrivendo la tesi magistrale in Sociolinguistica, che tratterà il tema delle tradizioni popolari e dei proverbi, non solo dialettali, ma anche quelli espressi in lingua italiana.
Vorrei gentilmente sapere cosa deve fare una giovane neolaureata se vorrebbe intraprendere il percorso di ricercatrice presso i vari enti di ricerca?
Grazie mille.