MA: E senti Maria Pia, quindi tu in pratica un bel giorno, dopo aver preso passione…
MPA: Mi son presentata alla notte, mio babbo m’ ha corso dietro per le saline m’ha corso dietro “Ma tu cosa fai a quest’ora?”, “Babbo son venuta a cavare il sale”, “Cosa?
E la cavatrice dov’è? “, allora, adesso non mi ricordo il nome, sono andata a dire che una parte la leviamo noi e lui “Puretta mè”, in dialetto me l’ha detto, “Puretta mè, quest’anno dovrò lavorare più degli altri anni che sto poco bene”, “Babbo vedrai…” mi ero impegnata proprio intestardita “Babbo vedrai che sarai contento! Babbo vedrai che sarai contento”.
Era una fatica tremenda però ce l’ho messa tutta, il carattere duro proprio orgoglioso di poter arrivare fino alla fine, sotto la pioggia, con dei scivoloni come mai… però ce l’ho fatta e sono andata avanti finché lui s’è ammalato”
MA: Cosa succede a un certo momento a tuo babbo che non può più mandare avanti la salina?
MPA: E’ successo che ha resistito finché ha potuto e poi perché era malato è dovuto essere ricoverato a Forlì alla Villa Igea però non è stato operato lì, o sì, non mi ricordo, è passato tanto tempo…
Ad ogni modo la Direzione delle Saline, dove c’erano gli impiegati, dove c’era il Direttore, sono andata a chiedere se mi mandavano un sostituto, me l’hanno negato che non avevano operai da mandarmi.
Dopo mi mandarono a forza di dire e fare Dario Giunchi, il figlio di un casellante ma lui c’è stato quindici giorni e poi dopo il suo turno è stato finito ho mandato avanti io la salina, io e l’altra metà il cavatore, uno per uno, abbiamo fatto tanto sale che lì nella fotografia quella che c’è e m’hanno premiato per il sale, non perché era bianco perché ero una bambina, una ragazzina diciamo, ce l’ho messa tutta, l’orgoglio, l’orgoglio di fare, di stare pari agli altri.
MA: E la Direzione delle Saline cosa voleva fare quando ha visto che…?
MPA: Voleva affondare le saline. E che cosa si mangiava dopo? Aria di finestra! Ė per quello che ho insistito!